Gli aumenti dei prezzi delle principali fonti energetiche che sono sotto l’occhio di tutti i cittadini da questa primavera trovano, in realtà, radici ancor più remote e risalgono all’autunno 2021.
L’autosufficienza energetica è diventato ormai un obiettivo fondamentale per i paesi europei, Italia compresa, i quali dovranno gradualmente diversificare i fornitori per poi dare una decisiva spinta verso la transizione ecologica, puntando su fonti di energia pulita per il proprio sostentamento.
La situazione italiana
Uno dei paesi che sta pagando e pagherà a più caro prezzo quanto sta succedendo negli ultimi mesi è proprio l’Italia, considerato a livello europeo tra i più dipendenti dall’estero in termini energetici, importandone il 78% del suo fabbisogno.
Tuttavia non è auspicabile nemmeno pensare, per ricercare un’autosufficienza energetica e avviare una transizione “green”, di chiudere di colpo le centrali a combustibili fossili e puntare solo sulle fonti rinnovabili. Questo anche perché l’impiego delle prime è ancora altamente diffuso e radicato nei trasporti, nell’edilizia e nell’industria, pertanto effettuare uno “switch” totale non sarebbe così semplice.
A rendere problematico il contesto è anche il non sapere programmare con esattezza la produzione derivante da fonti rinnovabili, dipendenti da fenomeni naturali imprevedibili come il sole nel caso del fotovoltaico e il vento nel caso dell’eolico. Da questo punto di vista, però, per quanto riguarda l’energia solare, l’Italia si trova in una condizione di vantaggio grazie alla sua posizione geografica, così come per l’energia eolica, visto che in molte zone i venti sferzano le nostre terre con regolare frequenza.
I problemi legati all’inquinamento
A rendere ancora più urgente la necessità di investire su fonti di energia rinnovabili l’aumento delle temperature, la siccità galoppante e lo scioglimento dei ghiacciai, tutti fenomeni limitabili attraverso un processo di decarbonizzazione e azioni di ricerca e sviluppo sulle energie green, comunque difficili da mettere in atto. Gli effetti positivi che si registrerebbero attraverso questi accorgimenti non sarebbero legati solo all’ambiente, ma anche al contesto socio-economico, contribuendo a portare nuovi posti di lavoro e a migliorare il benessere per tutti gli esseri umani. Entro il 2050 l’obiettivo a livello mondiale è quello di raggiungere una produzione energetica pulita totale, ma serve l’impegno costante di governi e singoli cittadini per farlo, perché l’attuale modello energetico prevalente non è più sostenibile dal punto di vista ambientale.
Oggi tutti gli abitanti del Pianeta, attraverso le loro scelte quotidiane, possono indirizzare quelle di un’intera nazione: se ciascuno optasse per l’installazione di un impianto fotovoltaicoper esempio, si riuscirebbero a rendere le case indipendenti e autosufficienti, in maniera parziale o totale, dal punto di vista energetico. Chiaramente non è così semplice e automatico arrivarci, però negli anni a questo scopo sono stati introdotti numerosi incentivi economici e fiscali per convincere sempre più persone a farlo.
Su quali energie rinnovabili investire
Sicuramente il fotovoltaico rimane la fonte rinnovabile più chiacchierata e su cui si vuole puntare nei prossimi anni. Grazie alla tecnologia fotovoltaica si riesce a produrre energia elettrica sfruttando le radiazioni solari, senza bisogno di utilizzare alcun combustibile. Pur rivelandosi una soluzione senza dubbio sostenibile, ciò non significa che non possa essere ulteriormente implementata: la ricerca in questo senso si sta mobilitando per potenziarne la resa, oltre a cercare di rendere il fotovoltaico ancor più “green” e amico dell’ambiente, soprattutto in merito allo smaltimento delle sue componenti a fine vita. Riguardo quest’ultimo proposito si è pensato di sfruttare il meccanismo della fotosintesi clorofilliana per produrre il bio-fotovoltaico, tecnologia emergente che sfrutta materiali fotosintetici biologici, che permetterebbero di risolvere la questione legata a come liberarsi dei rifiuti generati dagli impianti fotovoltaici quando smettono di essere performanti.
Altra energia rinnovabile “futurista” è quella eolica, generata dal soffiare del vento, prodotta attraverso aerogeneratori che basano il loro funzionamento su pale spinte dal vento. Come nel caso dei fotovoltaici, questi impianti possono essere installati anche su edifici e abitazioni in formato mini, ed essere allacciati alla rete elettrica per usufruire dello scambio di energia sul posto.
Interessanti soluzioni anche gli impianti geotermici domestici, funzionanti attraverso l’assorbimento del calore proveniente dal sottosuolo tramite tubature, reso poi sfruttabile dall’impianto di distribuzione del riscaldamento presente in casa dopo essere passato attraverso una pompa di calore.
Più classica ma con ancora potenzialità da esprimere l’energia idroelettrica, che al momento a livello nazionale risulta la principale energia alternativa ai combustibili fossili, anche se potrebbe venire penalizzata dalla crescente siccità, in quanto nel processo si adoperano grandi masse d’acqua movimentate dalla gravità o convogliate in dighe, così da produrre energia cinetica che poi verrà trasformata in elettrica grazie ad apposite turbine.